La stagione 2016/17 è finita e ci prepariamo a vivere un nuovo anno con e per l’AS Roma. Siamo sempre più convinti di quanto sia importante l’attività di un Supporters Trust in un periodo come questo. La crisi delle presenze allo stadio e il progressivo venir meno di un modo di vivere il tifo in maniera “popolare” ci mette di fronte alla sfida di voler conservare – pur in un mondo che cambia – il nostro modo genuino di tifare la Roma e di sentirci una comunità. Al contempo, l’annunciato abbandono dell’Olimpico e la futura costruzione di un nuovo stadio ci assegnano ulteriori compiti di controllo e informazione su un cambiamento così epocale.
Siamo contenti che nelle curve dell’Olimpico si sia ripristinata una situazione di accettabile normalità, con l’eliminazione delle ingiustificate barriere al centro delle curve. Ma la strada da fare per rendere lo stadio un luogo vicino alle esigenze dei tifosi è ancora molto lunga: uno dei primi argomenti su cui stiamo concentrando i nostri sforzi è la tutela dei settori popolari (dell’Olimpico come del nuovo stadio) che in quanto tali devono prevedere dei prezzi in linea con la definizione stessa di popolare. Al contempo ci stiamo attivando affinché tali settori prevedano una “standing area” che dia massima libertà e sicurezza a chi vuole tifare e cantare stando in piedi, come sta iniziando ad avvenire in tutta Europa.
Sempre per ciò che riguarda il nuovo stadio, ci stiamo attivando per capire quanto il nuovo impianto che la "società proponente" realizzerà a Tor di Valle influirà in maniera positiva sui conti dell’AS Roma. Abbiamo evidenziato che ad oggi non esiste alcun documento ufficiale che regoli gli accordi commerciali tra l’AS Roma e i proponenti rispetto ai ricavi da stadio, che quindi non sono ancora quantificabili. Pertanto, elaboreremo un’analisi ed esprimeremo la nostra opinione quando tali accordi saranno noti.
(Qui l'articolo di Repubblica sul nostro intervento all'assemblea degli azionisti).
Nel frattempo, seguiamo con grande coinvolgimento la situazione di un altro stadio, o perlomeno di ciò che ne rimane: il glorioso Campo Testaccio. La giunta comunale ha mantenuto la promessa di eliminarlo dal Piano Urbano Parcheggi, perciò a breve il terreno tornerà nelle disponibilità dell’Assessorato allo Sport, che attiverà un tavolo partecipato per progettare il futuro dell’area.
(Qui l'ultimo aggiornamento su Campo Testaccio).
Come forse avrete letto su alcuni giornali, stiamo partecipando ad un progetto nazionale che porterà alla presentazione di un progetto di legge sull'azionariato popolare e sulla partecipazione dei tifosi nelle società di calcio.
(Qui la notizia sul nostro intervento in Commissione Sport & Cultura della Camera dei Deputati).
Manteniamo inoltre il nostro impegno su una questione a noi cara come quella del rispetto della storia e delle tradizioni romaniste. Abbiamo accolto con grande favore la scelta della dirigenza di tornare a utilizzare le gradazioni esatte di giallo e rosso indicate sul Manuale d’identità visiva del Comune di Roma, come previsto dallo statuto del club. Al contempo, però, prendiamo atto della scarsa volontà di ascoltare i tifosi per ciò che riguarda l’imposizione, al posto del nostro stemma, di un logo commerciale che poco ha a che vedere con la nostra storia e che ha eliminato l’acronimo ASR.
L'ultima attività su cui vi aggiorniamo è la seconda edizione del Premio Stefano Ciolli: presto un bambino tra i 5 e 14 anni e un suo genitore avranno di nuovo la possibilità di vincere l'abbonamento nel settore famiglia grazie a MyRoma!
Concludiamo infine con un doppio appello:
• Stiamo raccogliendo le deleghe di azionisti di minoranza dell’AS Roma con l’intento di formare assieme a MyRoma un gruppo in assemblea degli azionisti. Se possiedi azioni AS Roma o conosci altri piccoli azionisti, contattaci!
• Il 23 giugno ci sarà la consueta assemblea per l’approvazione del bilancio. Per l’occasione abbiamo organizzato un aperitivo di raccolta fondi per pagare le ingenti spese legali dovute al ricorso contro la chiusura della Curva Sud nel 2015. Il ricorso portò alla riapertura della Curva e all’impossibilità di chiuderla di nuovo secondo le stesse modalità, ma le spese legali saranno comunque a carico di MyRoma. Ti chiediamo di venirci a trovare all’aperitivo e di portare quante più persone possibili, e soprattutto di partecipare alla raccolta fondi che sarà presto disponibile con tutti i dettagli su questo sito.
Forza Roma!
L'associazione MyRoma - ASR Supporters Trust istituisce il Premio Stefano Ciolli, in memoria del socio ed amico di MyRoma prematuramente scomparso lo scorso mese di aprile.
Stefano si è da sempre contraddistinto per la sua inossidabile passione giallorossa e per il suo genuino amore verso il popolo romanista, virtù che ha trasmesso anche alle sue figlie Eleonora ed Elisabetta.
Con l'intento di onorare i suoi valori e mantenerne vivo il ricordo, MyRoma ha deciso di dedicare questa iniziativa al rapporto fra genitori e figli nell'ambito del tifo per la Roma, mettendo in palio 2 abbonamenti per le restanti gare casalinghe della stagione calcistica 2016/2017 (a partire dal match Roma-Palermo di domenica 23 ottobre). Il settore dello stadio prescelto sarà la "Tribuna Tevere Sud Famiglia" e i due titoli di ingresso saranno riservati rispettivamente ad un genitore e ad un/a figlio/a di età compresa fra i 5 e i 13 anni compiuti al momento dell’invio dell’opera.
Potranno partecipare tutte le coppie di genitore/figlio che rientrano nei predetti parametri. Per partecipare non è obbligatorio essere soci di MyRoma.
L’oggetto del concorso consisterà in una composizione grafico-creativa (disegno o pittura) di dimensioni tali da poter essere apprezzata anche in fotografia. Il tema è libero e “romanista”, senza quindi porre alcun limite alla fantasia dei ragazzi, che dovranno tuttavia essere necessariamente gli autori dell’opera.
MODALITA’ DI VALUTAZIONE
Il premio verrà assegnato sulla base di un giudizio misto, che si comporrà per metà delle preferenze espresse dal pubblico del social network e per metà delle valutazioni attribuite da una commissione esaminatrice interna composta dai membri del Consiglio Direttivo di MyRoma.
Il giudizio del pubblico sarà espresso tramite lo strumento del “like” associato alle foto delle opere che verranno pubblicate sulla pagina Facebook di MyRoma, secondo le modalità indicate al successivo paragrafo.
I punteggi saranno attribuiti a seconda del numero di “like” raccolto da ogni singola opera. Più precisamente, l’opera con il maggior numero di “like” raccolti otterrà 10 punti, quella immediatamente successiva otterrà 9 punti, e così via fino alla decima opera in termini di “like” ricevuti, la quale vedrà attribuirsi 1 punto.
Il giudizio della commissione esaminatrice verrà espresso sulla base della rispondenza dell’opera ai valori da sempre promossi e condivisi all’interno di MyRoma, oltre che della capacità della stessa di trasmettere emozioni e rappresentare un emblema di passione e amore per la Roma.
Anche in questo caso saranno attribuiti 10 punti all’opera ritenuta più meritevole, 9 punti alla seconda in ordine di valutazione, e così via fino alla decima che riceverà 1 punto.
I punteggi così ottenuti da ogni opera attraverso il giudizio del pubblico e quello della commissione verranno sommati fra loro andando a comporre la graduatoria finale.
L’assegnazione del premio andrà di diritto all’opera col punteggio più alto in graduatoria.
Nel caso due opere dovessero presentare lo stesso punteggio in graduatoria finale, prevarrà quella che ha ottenuto il maggior punteggio su Facebook.
In caso di rinuncia al premio da parte degli aventi diritto, l’assegnazione seguirà l’ordine della graduatoria stessa.
MODALITA’ OPERATIVE
Per concorrere all'assegnazione del premio sarà sufficiente inviare, insieme alle copie dei documenti di identità del genitore e del figlio partecipanti, una o più foto di buona qualità delle opere all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., entro e non oltre il prossimo 9 ottobre 2016. A discrezione dei partecipanti, le composizioni potranno essere corredate da un titolo, una didascalia o una descrizione di quanto realizzato.
La partecipazione al concorso comporta altresì l’autorizzazione alla pubblicazione delle opere su tutti gli strumenti di comunicazione web e social di MyRoma.
Lunedì 10 ottobre 2016 alle ore 11,00 avverrà la pubblicazione delle opere in concorso sulla pagina Facebook di MyRoma ed inizierà la raccolta dei “like”. Sabato 15 ottobre 2016 alle ore 20,00 terminerà la possibilità per gli utenti Facebook di esprimere le proprie preferenze ed il conteggio dei “like” maturati fino a quel momento determinerà l’assegnazione dei relativi punteggi. Nello stesso periodo di tempo la commissione esaminatrice provvederà ad assegnare i propri punteggi.
La comunicazione dei vincitori avverrà domenica 16 ottobre 2016, ad una settimana esatta da Roma-Palermo. Nei giorni successivi ci sarà la consegna degli abbonamenti.
RIEPILOGO DATE
- 9 ottobre: ultimo giorno per inviare mail con foto dell’opera e copie dei documenti
- 10 ottobre: pubblicazione delle opere sulla pagina Facebook (ore 11:00)
- 15 ottobre: termine conteggio dei “like” (ore 20:00)
- 16 ottobre: comunicazione vincitori
L'AS Roma ha comunicato che a partire dalla stagione 2017-18 utilizzerà i colori esatti del Comune di Roma. Qui la nota ufficiale della società.
Oggi possiamo dirlo: complimenti a tutti noi e a tutti quelli che non hanno mai smesso di lottare per cambiare qualcosa. Finalmente un messaggio positivo dall'attuale dirigenza che ha deciso di ascoltare una richiesta che avanziamo da prima ancora che ci fosse il cambio di proprietà.
Ciò che ci sorprende positivamente è anche l'ammissione dell'errore, perché è vero: quelli usati finora non erano esattamente i colori indicati dai fondatori dell'AS Roma e dallo statuto del Club.
Questo episodio ci convince ancor di più che le battaglie identitarie vanno portate avanti ad oltranza. Ripensiamo a tutte le volte che abbiamo risposto con un sorriso a chi ci definiva "i soliti rompiscatole" e poi tornava a correre dietro l'ultima voce di mercato. Bene, oggi sorridiamo ancora di più, pur senza accontentarci.
Auspichiamo infatti che la dirigenza faccia marcia indietro anche sul nuovo stemma, per iniziare un percorso partecipato che coinvolga attivamente il Supporters Trust e la tifoseria nel restyling del nostro simbolo.
Viva l'AS Roma e i suoi colori!
Dopo oltre un anno dall’annuncio ufficiale, datato 13 Marzo 2013, sono stati finalmente svelati i termini contrattuali della partnership fra ASRoma e Nike.
Più volte il management della Roma si era rifiutato di rendere note tali informazioni, declinando anche la richiesta avanzata dal Presidente di MyRoma Walter Campanile in occasione dell’ultima assemblea degli azionisti del 28 ottobre 2013.
Leggendo fra le righe del prospetto informativo sull’imminente aumento di capitale, all’interno del quale per la prima volta sono stati pubblicati i dettagli dell’accordo con Nike (di durata decennale, 2014 - 2024), si scopre che, oltre alla presenza di un bonus di €6milioni già incassato l’anno scorso in sede di stipula del contratto, la Roma riceverà per tutta la durata del contratto una remunerazione fissa ed una remunerazione variabile a seconda dei risultati commerciali raggiunti.
La parte fissa sarà di €4milioni annuali e salirà fino ad €5milioni negli anni successivi alla (eventuale) apertura del nuovo stadio. La parte variabile sarà essenzialmente costituita da “una percentuale (che varia tra il 7,5% e il 12% in funzione dell’effettivo fatturato netto) sulle vendite nette effettuate nel corso di ciascun anno di durata; (iii) il 50% dei proventi netti di qualunque prodotto commercializzato con i nomi, loghi, marchi o diritti di immagine collettiva della squadra di proprietà o nella disponibilità del Club; (iv) alcuni bonus in caso di raggiungimento di alcuni specifici obbiettivi agonistici”.
In seguito all’uscita di questi numeri, in molti hanno accolto con favore la previsione nell’accordo di una significativa percentuale (50%) sui proventi commerciali a favore della Roma, arrivando perfino a formulare stime molto ottimistiche sull’ammontare futuro di tali ricavi. La realtà è che al momento, non esistendo alcun dato ufficiale relativo alle quantità di prodotti ASRoma venduti nelle passate stagioni, tali congetture sono eccessivamente arbitrarie e di conseguenza prive di valore. Allo stesso modo bisogna considerare che, per quanto (anche in questo caso purtroppo non esistono spesso dati pubblici e riscontrabili) generoso possa ritenersi il riconoscimento in capo alla Roma del 50% sulle vendite dei propri prodotti, in tutti i contratti di sponsorship di questo tipo (compreso quello in essere con Robe di Kappa fino a 2 stagioni fa) è prevista tale percentuale, più o meno alta che essa sia.
L’analisi dei dati va condotta pertanto partendo dalla cifra fissa che incasserà la Roma nel corso dei prossimi 10 anni. Al riguardo, alcuni confronti con dati passati e con contratti similari stipulati dai competitors della Roma possono essere interessanti:
-€8,1milioni: cifra fissa che la Roma avrebbe incassato nell’ultimo anno di contratto con Robe di Kappa, inizialmente stipulato fino alla stagione sportiva 2016/2017;
-€87,89milioni: cifra annuale fissa che l’FC Man Utd incasserà a partire dalla stagione 2015/2016 dopo la recentissima stipula della partnership con Adidas per i prossimi 10 anni, record storico per una sponsorizzazione tecnica (visto che alcuni giornali hanno parlato di “Pioggia di milioni della Nike sulla Roma”, cosa sarebbe allora quella sul Manchester? Una tempesta di milioni?);
-€18milioni: cifra annuale fissa che la FC Internazionale incassa dalla Nike a partire dalla scorsa stagione in seguito al rinnovo dell’accordo di sponsorship per altri 10 anni;
-€20milioni: cifra annuale fissa che l’AC Milan incassa dall’Adidas a partire dalla scorsa stagione in seguito al rinnovo dell’accordo di sponsorship per altri 10 anni;
-€30milioni: cifra annuale fissa che la FC Juventus incasserà dall’Adidas a partire dalla stagione 2015/2016 per le successive 6 stagioni.
La Tabella elaborata da Calcio&Finanza è ancor più completa:
Il dato che fornisce una parziale spiegazione del motivo per cui la Nike non ha voluto al momento esporsi in maniera eccessiva con la Roma e riconoscerle cifre almeno prossime a quelle delle squadre maggiori è quello relativo ai cosiddetti ricavi commerciali, i quali fotografano di fatto il potenziale economico attuale di un club nel settore di competenza di uno sponsor tecnico. Direttamente dall’ultima “Football Money League”, report sulle performance dei 20 maggiori team calcistici mondiali stilato annualmente dalla società di consulenza Deloitte, si legge:
-€237,1milioni: ricavi commerciali dell’FC Bayern Monaco nella stagione 2012/2013 (record storico per una singola stagione);
-€96,2milioni: ricavi commerciali dell’AC Milan nella stagione 2012/2013;
-€68,4milioni: ricavi commerciali della FC Juventus nella stagione 2012/2013;
-€67,9milioni: ricavi commerciali della FC Internazionale nella stagione 2012/2013;
-€38,3milioni: ricavi commerciali della AS Roma nella stagione 2012/2013.
I toni trionfalistici con i quali è stato accolto il matrimonio fra Roma e Nike da alcune testate sembrano quindi al momento in parte ingiustificati. Se infatti la sinergia con il brand sportivo più conosciuto al mondo garantisce un grande ritorno di immagine e rappresenta senza dubbio un primo passo fondamentale verso il raggiungimento di una dimensione globale da top team, è altrettanto vero che in termini economici essa non porterà il beneficio immediato che era lecito attendersi dalla partnership con un marchio così potente e facoltoso.
Evidentemente il percorso da compiere per raggiungere i livelli di élite del calcio europeo è ancora molto lungo e tutt’altro che privo di ostacoli. Esso passa necessariamente per un circolo virtuoso che può essere innescato solo dalla azione combinata di risultati sportivi importanti e miglioramento delle performance del settore commerciale, i cui margini di crescita sono in prospettiva enormi.
Questo il nuovo management della Roma ha dimostrato di saperlo meglio di chiunque altro, dal momento che tutti gli sforzi sembrano concentrati in quella direzione. Giova tuttavia ogni tanto fornire alcuni dati concreti per evitare che il tifoso romanista possa lasciarsi trascinare in entusiasmi eccessivi, spesso alimentati da media abbastanza superficiali nelle analisi.
Colmare stabilmente il gap economico con i top team italiani ed europei è un’impresa molto ambiziosa anche per un club con il potenziale della Roma, soprattutto in un momento come questo in cui l’intera struttura del pianeta calcio sembra costruita ad arte con l’obiettivo di aumentare tale distanza e consolidare il ruolo egemone di una ristrettissima cerchia di 8-10 “super-squadre”, le quali possano spartirsi fanbase e vittorie a livello nazionale ed internazionale, lasciando appena le briciole al resto del mondo.
In conclusione, se da un lato accordi come quello fra la Roma e Nike fanno sognare e lasciano presagire un futuro da protagonista del nostro club, dall’altro servono paradossalmente a riportarci con i piedi per terra, fornendo una rappresentazione fedele ed impietosa di quella che è la nostra dimensione attuale se paragonata non solo a quella degli inavvicinabili colossi europei ma anche a quella delle 3 società italiane più ricche.
Guido Carlomagno
Nei primissimi anni 70 ero poco più che un ragazzino. A quei tempi si arrivava allo stadio molto prima dell'apertura dei cancelli, era un'abitudine, si giocava anche a pallone su Viale dei Gladiatori, davanti allo stadio. C'erano poi delle partite alle quali si doveva arrivare ancor prima, una più di tutte: Roma-Napoli.
Si raggiungeva ponte Duca D'Aosta e si aspettava l'arrivo dei tifosi del Napoli, questi si radunavano a Piazza Mancini, sballavano il loro carico di colori e mortaretti, e poi, in bella processione, attraversavano il ponte e tutto il vialone che conduce allo stadio dietro all'immancabile ciuccio di carta pesta che, per un giorno, sostituiva anche San Gennaro... o magari inscenavano un finto funerale, tutti piangenti dietro una finta bara giallorossa.
Per tutto il percorso c'era una serie di invettive continue, anche belle pesanti, alle quali si rispondeva con altrettanta pesantezza, da una parte e dall'altra... è lì che per la prima volta ho udito “O Vesuvio lavali cor foco” ma anche “C'è chi le chiama troje, c'è chi le chiama puttane, noi le chiamiam romane” (non so scriverlo nella forma dialettale) o anche un altro che ricordo poco, ma che riguardava la lupa rognosa che allattava Romolo e Remo, figli di troia... la Lupa nell'antica Roma non era altro che una puttana, ne siamo coscienti, ciascuno ha la sua storia.
La cosa bella è che difficilmente volava uno schiaffo, anche con le due tifoserie a stretto contatto, anzi, spesso si rideva, si mangiava e si andava a bere insieme... anche perché gli ambulanti che fanno affari davanti all'olimpico, da sempre, sono del napoletano.
Gli stessi cori venivano ripetuti all'interno dello stadio... e tra i presenti, nessuno s'è mai offeso per questo. Fino ai nostri giorni.
Lo stadio è da sempre un posto dove vengono abbandonate certe convenzioni. Il problema è che questa cosa è compresa e condivisa solo da chi lo stadio lo frequenta... meno da chi lo guarda attraverso una tivvù, ancor meno da chi se lo lascia raccontare da esperti di settore e da addetti ai lavori che non hanno mai vissuto una curva o una trasferta, e che vivono lo stadio, quando ci vanno, attraverso un'area vip o una tribuna d'onore.
Non ho mai assistito a un Roma-Napoli o a un Napoli-Roma senza quei cori. Dico la verità. Aggiungo che non è mio costume fare certi cori, ma non me ne sono mai scandalizzato, come pure i tanti napolisti che hanno frequentato lo stadio assieme a me negli ultimi 45 anni.
Dunque, cosa è successo?
Perché io, squalificato e pagante, quindi razzista per decreto pur senza aver alzato un solo coro, devo continuamente spiegare il mio punto di vista a fratelli in fede (calcio-malati), napoletani e non, a cui tutto ciò sfugge?
Io amo Napoli. Amo la città, la sua cultura popolare, la sua musica, il suo profumo... il mio Natale non è Natale se non faccio un giro a San Gregorio Armeno e se non vado a comprare certe erbe in certi posti che quasi mi hanno visto nascere... amo i miei amici storici di Napoli, non ne posso e non ne voglio fare a meno. Io sono un uomo del sud. Non ho un bagaglio cromosomico diverso dai miei fratelli napoletani, e ne faccio un punto d'orgoglio. Eppure sono razzista per decreto. In Italia.
Qualcuno ha per caso presente il contenuto di certi cori presenti negli stadi inglesi e in mezza Europa? In alcuni casi c'è ben poca metafora e ironia, soprattutto in termini di appartenenza religiosa. Eppure nessuno si sogna di svuotare uno stadio con modalità simili alle nostre.
Cerchiamo tutti di fare uno sforzo di comprensione. Non voglio neanche addebitare tutto alla televisione... ricordo quando l'Italia intera vide alzare uno striscione all'interno dello stadio di Verona: “Giulietta è na zoccola”. La risposta avvenne tramite un altro pezzo pezzo di stoffa: “Lavatevi”. Nessuno si offese. Tutta l'Italia si fece una grassa e grossa risata, e venne giustamente esaltata la fantasia goliardica del gesto. Erano altri tempi.
Non è più così. O meglio, è ancora così per chi lo stadio lo frequenta e non se lo lascia raccontare.
Non ero presente a Roma-Sampdoria, ero squalificato. Qualora ci fossi stato, lo dichiaro, non avrei cantato quel coro, ma lo avrei applaudito anch'io.
Avrei applaudito quel moto di ribellione nei confronti di un falso perbenismo, di una norma stupida e, quella sì, razzista, della quale siamo ormai tutti vittime, volenti o nolenti.
Ormai siamo arrivati in cassa, qualcuno dovrà pagare il conto e spiegarci una serie di cose.
Io vorrei, ad esempio, che qualcuno mi spiegasse perché è consentito insultare un giocatore stronzo, e viceversa non lo è, se il giocatore oltre a essere stronzo è anche nero, giallo o rosso. E come nella cosa non si possa configurare un'ingiustizia razziale nei confronti di uno bianco e stronzo...
Ci dovranno spiegare perché lo stadio, luogo atavico di eccessi e folklore, debba rappresentare un esempio di correttezza e buone maniere.
Ci dovranno spiegare perché in altri luoghi, dove non si assiste a ragazzi in mutande che corrono dietro a una palla, dove si dovrebbe essere seri per statuto e per il peso delle responsabilità che ne derivano, mettiamo caso, il Parlamento... dicevo, proprio da lì, si possa giornalmente insultare la gran parte degli italiani senza incorrere in una minima sanzione.
Perché? Forse perché non c'è la diretta televisiva? Perché non c'è la moviola, non c'è un referto e neanche un arbitro? O magari perché non gliene frega più un cazzo a nessuno della pochezza e della noia che pervadono certi luoghi e certa gente? Tanto che forse è meglio guardarsi una partita...
O forse perché il punto è proprio questo... il calcio è la più grande arma di distrazione di massa di questo devastato paese.
Un'arma.
E le armi si vendono benissimo, soprattutto quando ci si scanna tra fratelli.
Amo Napoli.